LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXI n.12
30 Giugno 2016

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DNA VIVO NON CI SALVERA' DALL'ESPIANTO RICERCA SEMPRE E COMUNQUE PRO-TRAPIANTI

La notizia sta rimbalzando nell'illusoria speranza di un'autocritica delle gerarchie sanitarie. Abbiamo scaricato la ricerca originale di 55 pagine da BioRxiv e l'articolo da Science e ci convinciamo sempre più che qualsiasi ricerca viene comunque e sempre utilizzata per lo sviluppo del business dei trapianti.
"La ricerca su DNA, l'organismo vive 4 giorni dopo la morte" può apparire un messaggio che mette in discussione le certezze fasulle sulla "morte cerebrale" e sulla morte in arresto cardio-circolatorio-respiratorio precoce ed invece si profila l'ennesimo sfruttamento dell'essere umano.
Il timore è che in nome della ricerca questo studio vada a sostenere la Proposta di legge per la donazione dei corpi per sperimentazione “post mortem”, ovvero sui vivi che hanno perso la coscienza dichiarati in "morte cerebrale" e sulle persone in arresto cardiaco e respiratorio di pochi minuti, nonché il rischio di inediti abusi autoritari: ALLERTA!

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LA RICERCA SU DNA, L'ORGANISMO VIVE 4 GIORNI DOPO LA MORTE

Per quattro giorni c'è vita oltre la morte. Almeno secondo le ultime scoperte degli scienziati. Nel Dna la vita prosegue dopo la morte almeno per altri quattro giorni

www.ilgiornale.it - Claudio Torre - Gio, 23/06/2016 – 16:18

Nel Dna la vita prosegue dopo la morte almeno per altri quattro giorni. Un dato che centinaia di esperimenti hanno confermato nei topi e nei pesci, nei quali alcuni geni sembrano continuare a essere attivi per molte ore dopo la morte. A scoprire questa sorta di "vita nella morte" è stata una ricerca del microbiologo Peter Noble, dell'università di Washington a Seattle, per ora pubblicato sul sito BioRxiv e citato sul sito della rivista Science. Di fatto nel momento della morte le funzioni vitali di diversi apparati interni proseguono per alcuni giorni.
Ad essere attivi sono i geni che agiscono in caso di emergenza nell'organismo. Ma non solo. Ad essere particolarmente attivi sarebbero anche i geni legati allo sviluppo dell'embrione e che restano silenziosi dopo la nascita, inoltre anche quelli che facilitano lo sviluppo di tumori. Questa nuova scoperta potrebbe cambiare soprattutto le procedure per i trapianti. Infatti potrebbero essere introdotte nuove tecniche che di fatto andrebbero a cambiare la conservazione di organi e tessuti in fase di trapianto. Nobles è andato alla ricerca della possibile attività post mortem di oltre 1.000 geni in topi e pesci zebra, i pesci più studiati nei laboratori di genetica. Tutti questi casi hanno confermato la casistica di un proseguimento dell'attività dell'organismo anche dopo la morte.


Nerina Negrello
Presidente
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organie
la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org

 

 

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